Sedi apostoliche

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Le sedi apostoliche furono, nei primi secoli che seguirono la nascita del Cristianesimo, delle particolari sedi episcopali di primaria importanza, situate nei maggiori centri romani della diaspora ebraica, specie nella parte orientale dell'Impero. Esse costituirono i primi Patriarcati apostolici, con territorio canonico corrispondente ad una diocesi imperiale, con tutte le relative province romane. Anche se gli apostoli erano 12 e anche le diocesi romane erano 12 (dalla riforma di Diocleziano) e quindi ci sarebbero dovuti essere 12 patriarcati (apostolici), i patriarcati furono soltanto cinque; questi costituirono la cosiddetta Pentarchia, anche se poi superata nel numero, riconosciuta dai primi Concili ecumenici e codificata da Giustiniano (nonostante l'abolizione delle diocesi). Fu una limitata "archia" della Chiesa romana, che divenne subito impraticabile per i vari scismi, e soprattutto dal "grande scisma" del 1054, a parte il cesaropapismo di vari imperatori, causa di ulteriori lotte, persecuzioni e perdite territoriali. Si può dire comunque che funzionò attraverso i primi Concili ecumenici ma che furono questi stessi causa di tali scismi, non essendo riusciti a conciliare le diverse posizioni teologiche, posizioni legate alla filosofia del tempo più che ai fondamenti biblici, eccetto per l'ultimo, prodotto da divergenze liturgiche (con persecuzioni) e competizioni politiche (con guerre locali). Le divergenze erano peraltro già affiorate, pur con minor gravità, col precedente scisma foziano (863–867), e solo tamponate col (doppio) concilio Costantinopolitano IV.


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